La meravigliosa rivoluzione dello Slavia Praga

Due titoli e uno storico percorso europeo. Una stagione memorabile, che entra di diritto negli annali del club. Un double – con le vittorie in campionato e coppa nazionale – arrivato a 77 anni di distanza dall’ultima volta, accanto a uno straordinario cammino in Europa League fino a quarti di finale, con la formazione di Jindrich Trpišovský che si è dovuta arrendere solamente al cospetto di un Chelsea che poche settimane più tardi si laureerà campione nella finale di Baku contro l’Arsenal. Lo Slavia Praga ha tutti i motivi per sorridere e pensare ancora più in grande. La società ceca guidata dal fondo immobiliare cinese Sinobo Group continua il percorso di crescita intrapreso due stagioni e porta a casa i primi risultati di un progetto destinato a far diventare biancorossa un’autentica schiacciasassi in patria e un osso duro da affrontare per tutti in campo europeo.

Alla base del successo la volontà di crescere di una società che ha deciso di investire grosse somme rispetto al panorama calcistico nazionale per alzare l’asticella, oltre a un senso d’appartenenza che era mancato nell’ultimo decennio dalle parti di Vršovice. Da un lato una vera e propria rivoluzione tecnica con l’inserimento di pedine di caratura internazionale e l’arrivo di uno staff giovane ma rivoluzionario con a capo Jindrich Trpišovský – tecnico ma con un’idea di gioco molto chiara (non a caso è soprannominato il “Klopp ceco”) che è riuscito a trasmettere in poco tempo la propria filosofia cambiando il volto alla squadra – e Jan Nezmar, direttore sportivo arrivato con l’allenatore dopo l’esperienza insieme allo Slovan Liberec; dall’altra il rafforzamento di un’identità che si era un po’ sbiadita nel corso degli ultimi anni. “Insieme siamo più forti” (in ceco “Spolu jsme silnější”) recita lo slogan scelto dal club. Poster, cartelloni pubblicitari e hashtag con un messaggio chiaro. Parole supportate dai fatti, con un ambiente unito e coeso con l’obiettivo di vincere: non a caso il presidente Jaroslav Tvrdik ha da sempre supportato il lavoro, anche nei momenti più difficili come il ko contro il Viktoria Plzen di febbraio, sia dell’allenatore Trpišovský che del Ds Nezmar. Un atteggiamento che ha spinto anche la squadra – nei calciatori che chiedevano più spazio – e i tifosi a non esercitare troppa pressione nei confronti della guida tecnica ma a sostenerla.

Come dicevamo, negli ultimi due anni la squadra è cresciuta dal punto di vista tecnico. In questa stagione, lo Slavia Praga è riuscito a giocare regolarmente tre partita in otto giorni e non risentire della fatica grazie a una rosa ben attrezzata: emblematico quanto successo a inizio marzo, con Trpišovský che cambia ben sette elementi tra la trasferta degli ottavi di Europa League a Siviglia e il match di campionato contro il Banik Ostrava e la squadra che risponde presente vincendo con il risultato netto di 4-0.

Le sorprese non sono certamente mancate: oltre alla garanzia Souček, che ha disputato una stagione d’altissimo livello e che non a caso è tornato nei radar di club dei campionato più importanti d’Europa, a stupire è il rendimento di calciatori come Kudela, l’eroe della sfida contro gli andalusi Benjamin Traoré e Ševčík, arrivato a gennaio dallo Slovan Liberec e protagonista con una doppietta a Stamford Bridge contro il Chelsea; senza dimenticare Alex Kral, già nel mirino di club come il Bordeaux e diventato nel giro di poche settimane una pedina fondamentale di Slavia e Repubblica Ceca nonostante la giovane età, ma anche Masopust e Coufal, tentato dalle sirene teutoniche del Friburgo. Inoltre, la squadra biancorossa ha dimostrato di poter rinunciare all’elemento con più esperienza e leadership, Miroslav Stoch, fuori nel momento clou della stagione per infortunio. Tutto merito di Jindrich Trpišovský, che è riuscito a trasmettere le sue idee: un 4-2-3-1 aggressivo e propositivo che porta molti calciatori nella metà campo avversaria in fase di possesso e punta sulla capacità d’inserimento senza palla dei centrocampisti. Uno stile di gioco che si basa sul pressing alto e che richiede un grande sforzo fisico: i biancorossi sono riusciti a tenere botta, disputando in questa stagione ben 52 partite, uno dei numeri più elevati in Europa. Nel finale, alcuni hanno iniziato accusare qualche segnale di fatica ma è subentrato ancora una volta l’acume calcistico di Trpišovský, che è riuscito a sostituire adeguatamente i titolari con valide alternative. La filosofia del 43enne è risultata vincente: la pressione alta è stata efficace in un campionato che non era abituato a questi ritmi e a questo modello di gioco. Il pressing alto ha infatti spesso ‘costretto’ le squadre avversarie a rilanciare e regalare subito una nuova chance ai praghesi. Tra i meriti dello Slavia, formazione con il miglior attacco e la miglior difesa del campionato ceco, c’è anche quello di sapersi adattare all’avversario: se in campionato Trpišovský ha puntato sempre su un centravanti di ruolo, in Europa League il ‘falso nueve’ con un centrocampista offensivo in avanti per non concedere punti di riferimento ha rappresentato una novità e nel contempo una certezza. Uno schieramento utilizzato contro Genk, Siviglia e Chelsea che è risultato efficace con la squadra ceca che è riuscita ad arrivare fino ai quarti di finale.

I PILASTRI DEL SUCCESSO

Poteva lasciare Praga e sbarcare in Italia la scorsa estate. Una lunga trattativa con la Fiorentina, poi l’inserimento lampo dell’Atalanta. Poi non se ne fece più nulla. E’ rimasto allo Slavia ed è diventato il simbolo di una stagione meravigliosa per i biancorossi. Tomáš Souček è stato il vero uomo in più nel ‘double’ dei cechi. Con i suoi ‘tentacoli’ è riuscito a recuperare una grande mole di palloni in fase difensiva e nel contempo è diventato l’arma in più in fase offensiva con 18 reti e 9 assist tra tutte le competizioni. Una cifra monstre se si considera che parliamo di un centrocampista difensivo. Lui e Trpišovský si erano già incontrati ai tempi del Viktoria Žižkov, dove il classe 1995 si è trasferito in prestito per crescere e trovare maggiore continuità dopo la trafila nel settore giovanile dello Slavia. Oggi, proprio sotto la guida di quel tecnico che lo aveva svezzato calcisticamente, si è laureato miglior calciatore del campionato: calcia i rigori, non ha paura di prendersi responsabilità, prende per mano i compagni nei momenti difficili. Tutto questo a soli 24 anni, compiuto lo scorso 27 febbraio. Le richieste non mancano, ma il presidente Tvrdik è stato chiaro: “Non parte per meno di 10 milioni di euro”.

Souček non è certamente l’unico ad aver brillato nella stagione dello Slavia Praga. Tra i pali, per esempio, c’è un portiere poco appariscente ma molto efficace. Nessun intervento spettacolare ma attenzione massima. Nonostante qualche sbavatura – per sua fortuna poi rimediata dai compagni come nel caso della trasferta contro il Genk – Ondřej Kolář è stato tra i migliori. Il portiere biancorosso ha accumulato ben 15 clean sheet in campionato per un’imbattibilità totale di 440 minuti. Poi non si può non citare Vladimir Coufal. La scorsa estate era a un passo dallo Sparta; poi l’inserimento dello Slavia lo ha convinto a trasferirsi sull’altra sponda della Moldava dallo Slovan Liberec. Voleva ritrovare il suo vecchio allenatore Trpišovský; conosceva le sue idea e voleva continuare a lavorare con lui. Coufal disputa una stagione meravigliosa; un guerriero, che non si arrende mai. “Il nostro Robocop” lo ha soprannominato il vice allenatore Zdenek Houstecky. Veloce, aggressivo e con un piede educato: non a caso il Friburgo sta spingendo per portarlo in Bundesliga. E lo Slavia si cautela con Holeš, in arrivo dallo Jablonec.

Tra i migliori acquisti delle ultime stagioni non possono mancare Ngadeu-Ngadjui e Traoré. Il primo arrivò per circa 400 mila euro dai rumeni del Botosani nel 2016; inizialmente non mancarono le critiche per la cifra spesa, mentre oggi il suo prezzo si è decuplicato. Il difensore camerunense è diventato uno dei migliori del campionato ceco e già a gennaio poteva lasciare lo Slavia per approdare al Fulham. Per quanto riguarda Traoré, il suo arrivo dallo Zlin lasciò qualche perplessità negli addetti ai lavori e non solo. La società di Tvrdik ha però vinto la sua ennesima scommessa: l’ivoriano è risultato in questa stagione un ottimo jolly per il centrocampo disegnato da Trpišovský, giocando sia nel ruolo di trequartista che davanti la difesa, e ha vestito i panni di supereroe in occasione della storica rete allo scadere del secondo tempo supplementare contro il Siviglia. Una pagina memorabile di una stagione che indelebile per lo Slavia Praga.

@AleDeFelice24

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