Dalla squadra del suo paese, la Mombrettese, fino al Marila Příbram, passando per l’Inter. Marco Ferrara si è raccontato in esclusiva a ilcalcioceco.altervista.org. Il giovane classe 1994 è sbarcato in questa stagione in Repubblica Ceca, dopo un’esperienza in Svizzera. “Ho rifiutato diverse offerte dall’Italia per rimettermi in gioco all’estero”. Nel suo bagaglio personale e soprattutto professionale, sei mesi in prima squadra all’Inter agli ordini di Andrea Stramaccioni, accanto a grandi campioni del calibro di Zanetti e Milito. “Seguendo i loro consigli sono cresciuto molto”. Oggi è molto contento della sua nuova esperienza in Repubblica Ceca, a contatto con una nuova cultura e un tipo di calcio diverso da quello italiano.
Ci racconti la tua storia? Come sei arrivato in Repubblica Ceca?
“Ho iniziato a giocare nel 1999, all’età di 5 anni, nella squadra del mio paese, la Mombrettese, e li sono rimasto sino al 2002. Nella stagione 2003-2004 ho giocato nel Cimiamo, club dell’hinterland milanese e nel 2004-2005 sono approdato al Milan. Dopo una stagione, dal 2005 al 2007, ho trascorso due anni nel Pavia e da lì, nella stagione 2007-2008, ho iniziato la mia avventura nell’FC Internazionale.
Ho vestito i colori nerazzurri per sei anni ed è stata un’esperienza bellissima; mi sono tolto molte soddisfazioni vincendo due scudetti nazionali e tornei importanti a livello giovanile. Ma la più grande gioia è stata sicuramente quella di approdare per 5 mesi in prima squadra e allenarmi con grandissimi campioni del calibro di Zanetti, Milito, Cambiasso e molti altri. Seguendo i loro consigli sono cresciuto molto sia a livello calcistico che personale. È stata un’esperienza fantastica, soprattutto da tifoso dell’Inter.
Con la prima squadra sono stato convocato sei volte, tre a San Siro, una a Marassi contro il Genoa e un’altra a Palermo. Ma la più bella, a mio parere, è stata quella al San Paolo contro il Napoli. Sono state esperienze che mi hanno fatto crescere molto e perché no spero di poterci ritornare un giorno. Nel 2013-2014 sono andato in prestito in serie C alla Pergolettese e al termine della stagione sono ritornato all’Inter.
Purtroppo da qui in poi a causa di scelte sbagliate, seguendo consigli di persone sbagliate, mi sono ritrovato senza squadra. È stato per me un periodo bruttissimo dal quale mi sono risollevato grazie alla volontà di non mollare mai e di credere nelle mie capacità. Ho scelto quindi di ripartire dalla Svizzera (al Locarno, nda) ed è proprio lì che, vedendomi giocare, mi è stato proposto di fare un provino in Repubblica Ceca“.
Come ti trovi in Repubblica Ceca? Com’è il rapporto con i compagni? E la lingua?
“Qui sto molto bene. Avevo altre proposte, anche in Italia, ma alla fine ho scelto di andare all’estero per rimettermi in gioco e confrontarmi con una realtà calcistica per me nuova. Il mio impatto con questa nuova realtà è stato positivo: direi che mi sono ambientato molto bene e sono entrato subito nei meccanismi di gioco e in condizione. Con i compagni sin dall’inizio è stato abbastanza facile comunicare perché qualcuno parla un po’ italiano; in alternativa utilizzo l’inglese, per quello che ne so.
Sto iniziando a studiare la lingua ceca: devo ‘mettermi sotto’. Non è facile, ma piano piano la si apprende”.
Cosa ti ha colpito maggiormente della Repubblica Ceca a livello culturare?
“A differenza dell’Italia, qui l’alimentazione è un po’ diversa: ci sono molte zuppe e il cibo è completamente diverso dal nostro. Apprezzo la cucina ceca, anche se ovviamente quella italiana è unica! Per quanto riguarda il prepartita, si usa mangiare una zuppa e poi piatto unico con spaghetti o riso e pollo, mentre in Italia si mangia antipasto di verdura (non sempre), pasta o riso e come secondo la bresaola o il petto di pollo: non cambia molto a parte le zuppe, una specialità ceca”.
Com’è il calcio in Repubblica Ceca? Come consideri il suo livello?
“In questo campionato mi sono ambientato bene. È un po’ diverso rispetto al nostro: a parer mio qui è molto più fisico e atletico, mentre in Italia si fa molta più tattica”.
Media e tifo: quali differenze noti con il campionato italiano?
“Per quanto riguarda tifosi e media, da quanto ho visto, in Italia c’è molta più pressione. Le uniche squadre che hanno molto seguito sono Sparta Praga, Slavia Praga e Viktoria Plzeň. In Italia, le persone sono molto più influenzate; c’è più pubblico, ma c’è da dire che la Repubblica Ceca è più piccola come nazione e non è concentrato tutto solo sul calcio”.
A Marco va un grande in bocca al lupo per una carriera ricca di successi e soddisfazioni personali!
(Foto di fkpribram.cz)